“Frode nel commercio del vino” sequestrati immobili e denaro per 740mila euro

L'operazione della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Pavia

La Guardia di Finanza e i Carabinieri di Pavia hanno sequestrato oggi, martedì 23 novembre, 8 immobili e numerosi conti correnti e altra disponibilità finanziarie, per un ammontare complessivo di 740mila euro, nelle province di Pavia e Cremona a tre persone indagate a vario titolo per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e alla contraffazione di indicazioni geografiche o denominazione di origine dei prodotti agroalimentari. Le odierne misure cautelari, disposte dal gip di Pavia, Luigi Riganti, sono il seguito di un’ indagine avviata circa due anni, dalla quale, secondo gli investigatori, era emersa la commercializzazione di “vini a denominazione di origine controllata e indicazione geografica protetta, in realtà contraffatti per quantità, qualità e origine”. Nel gennaio 2020 le Fiamme Gialle e i Carabinieri avevano eseguito 5 arresti e 28 perquisizioni domiciliari, locali e personali nei confronti di altrettanti soggetti indagati, aziende vitivinicole e laboratori analisi.
“Le investigazioni, svolte anche attraverso intercettazioni telefoniche e videosorveglianza – si legge in un comunicato congiunto di Guardia di Finanza e Carabinieri -, avevano consentito di accertare che i vertici di una cantina pavese, con il concorso di un mediatore del settore vitivinicolo, enologi e titolari di aziende agricole conferitrici, commercializzavano vini a denominazione di origine controllata e a indicazione geografica protetta, in realtà contraffatti per quantità, qualità e origine. Tali condotte erano state perpetrate attraverso il sistematico ricorso a conferimenti, durante i periodi di vendemmia, di uve diverse per tipologia varietale rispetto a quelle attestate nelle bollette di conferimento e nella relativa documentazione contabile, nonché attraverso acquisti in nero di ingenti quantità di sostanze vietate dalle norme di settore, quali zucchero invertito ed anidride carbonica, o soggette a specifici parametri di utilizzo, per esempio mosto concentrato rettificato”.
“La successiva disamina della copiosa documentazione contabile ed extracontabile – prosegue la nota -, svolta dalle Fiamme Gialle Pavesi, unitamente all’analisi del contenuto dei personal computer e dei telefoni cellulari in uso ai soggetti indagati, oggetto di sequestro durante le descritte attività di perquisizione, ha consentito di accertare che la cantina produceva e commercializzava fraudolentemente, per assecondare le richieste del mercato, vini asseritamente prodotti secondo la normativa di settore ma di fatto ottenuti mediante uve di tipologia diversa e prodotti non consentiti, nonché di quantificare il profitto della frode in commercio a carico dei tre soggetti destinatari dell’odierno sequestro, poiché direttamente responsabili della creazione della frode attraverso la falsa documentazione rinvenuta e della gestione fraudolenta dei conferimenti effettuati dai coltivatori indagati”.