La Sacra Scrittura di domenica 24 ottobre

Il commento di don Michele Mosa. «Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini»

La radice, l’humus che ti ha nutrito è lo stesso humus che ti chiede di essere nutrito. Sei stato scelto fra fratelli, sei stato scelto per i fratelli. Lo ha ricordato Papa Francesco ai due Vescovi ordinati domenica scorsa, riprendendo le parole della Lettera agli Ebrei: «riflettete che siete stati scelti fra gli uomini e per gli uomini, siete stati costituiti – non per voi, per gli altri – nelle cose che riguardano Dio». E aggiungeva: «Non dimenticare che sei stato “tolto dal gregge”, non da una élite che ha studiato, ha tanti titoli e tocca essere vescovo. No, dal gregge». Queste parole però non riguardano solo i Vescovi, toccano tutti coloro che hanno ricevuto un ministero nella Chiesa: preti, diaconi, catechisti, lettori… Ci riguardano innanzitutto perché siamo discepoli del Sommo Sacerdote «che si è fatto carne» e «non si vergogna di chiamarci fratelli». Essere discepoli di Cristo significa essere fratelli e sorelle, figli e figlie del Padre che tutti abbraccia con tenerezza e simpatia, che tutti accoglie nella sua casa senza chiedere altro che amore. Perché allora io dovrei sottolineare la differenza, che spesso si fa superiorità, rispetto agli uomini e alle donne che vivono con me? Essere prete, o se preferite sacerdote – leghiamo così il ministero al mistero – non è questione di potere ma, come dice la parola stessa, di servizio. Ancora Papa Francesco: «“Episcopato” infatti è il nome di un servizio – non è vero episcopato senza servizio -, non di un onore, come volevano i discepoli, uno alla destra, uno alla sinistra, poiché al Vescovo compete più il servire che il dominare, secondo il comandamento del Maestro: “Chi è il più grande tra voi, diventi come il più piccolo. E chi governa, come colui che serve” (Lc 22,26). Servire. E con questo servizio voi custodirete la vostra vocazione e sarete autentici pastori nel servire, non negli onori, nella potestà, nella potenza. No, servire, sempre servire». Vescovo, presbitero, diacono… in una parola sola: discepolo. A te conviene il servizio che è lo stile del Maestro che vuoi seguire. A te conviene la compassione e la tenerezza non il giudizio e la condanna. La consapevolezza di essere stati scelti ci fa scoprire ogni giorno che sulle nostre labbra deve fiorire la parola Grazie e che la nostra vocazione è Farci prossimo. Anche quando questo ci inchioderà a una croce. Scelti fra gli uomini e per gli uomini.

 

Don Michele Mosa