Clima, scatta in ritardo la raccolta del riso

Coldiretti: -10% della produzione anche in provincia di Pavia

Scatta con un ritardo di due settimane la raccolta del riso in provincia di Pavia, con un calo ad oggi stimato della produzione di circa il 10% a causa soprattutto delle anomalie climatiche che hanno colpito anche le risaie pavesi, con bombe d’acqua e grandinate che si sono alternate a siccità e gran caldo. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Pavia divulgata in occasione dell’inizio della campagna risicola, con il via alle prime trebbiature. Una campagna che anche nel territorio pavese, prima provincia risicola d’Europa con oltre 80 mila ettari coltivati a risaia, parte in ritardo di una quindicina di giorni anche per le basse temperature primaverili e del mese di luglio, che hanno rallentato la crescita della coltura. “La qualità sembra buona, ma la quantità quest’anno avrà sicuramente un calo – spiega Stefano Greppi, risicoltore di Rosasco (Pavia) e presidente di Coldiretti Pavia, nella foto – . Possiamo stimare un calo della produzione del 10% circa, dovuto sia all’andamento climatico anomalo sia alla mancanza di prodotti adatti a combattere le infestanti, che continuano a moltiplicarsi e che riducono la produzione ad ettaro”. Nonostante le difficoltà – sottolinea Coldiretti Pavia – l’Italia si conferma primo produttore europeo di riso, con 226.800 ettari coltivati quest’anno da cui si raccolgono 1,50 milioni di tonnellate di risone all’anno, pari a circa il 50% dell’intera produzione Ue e con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo. In provincia di Pavia – precisa la Coldiretti provinciale – si concentra oltre il 35% delle risaie italiane, con circa 1500 aziende agricole attive in questo settore. La trebbiatura inizia quest’anno anche con l’incognita dei prezzi. “Oggi i magazzini sono vuoti e le scorte di prodotto sono esaurite, a differenza delle scorse campagne – spiega il presidente di Coldiretti Pavia –. Tutto questo, insieme anche alla riduzione della produzione, ci fa sperare di riuscire a ottenere prezzi adeguati ai costi di produzione e che permettano il giusto utile alle aziende agricole. Coldiretti lo dice da tempo: per garantire il giusto reddito a tutte le parti coinvolte – dice ancora Stefano Greppi – sono necessari contratti di filiera, che permettano prezzi sicuri nel tempo e che consentano agli agricoltori di fare progetti per il futuro”.