“Lo sguardo: porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità”

Nel libro scritto da Mons. Dario Edoardo Viganò, un’intervista a Papa Francesco sul cinema

Alcune scene di certi film sono fisse nella nostra memoria. Non sono più immagini di una pellicola, spezzoni di una storia, diventano quasi iconiche, segnano un’epoca e diventano come pietre di paragone non solo per i film che vediamo, ma per come guardiamo alla realtà. Tra queste scene quelle in bianco e nero del cinema neorealista sono tra le protagoniste, non solo perché hanno rivoluzionato il modo di fare film in Italia, ma anche perché un loro appassionato spettatore vi ha colto la capacità di essere una “catechesi di umanità”, una “scuola di umanesimo”. A definirle in questo modo è Papa Francesco che in più di un’occasione ha fatto riferimento proprio al cinema neorealista con questi termini. Ora il pensiero del Pontefice viene esplicitato nell’intervista pubblicata nel libro di Monsignor Dario Edoardo Viganò (nella foto, ndr), vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze sociali della Santa Sede, nel volume “Lo sguardo: porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità” (Effatà Editrice, 2021, pp 104, 14 euro) che nell’analisi del suo saggio sull’esperienza del neorealismo si lascia guidare dalle parole di Papa Bergoglio. «Quello neorealista è uno sguardo che provoca la coscienza. ‘I bambini ci guardano’ è un film del 1943 di Vittorio De Sica che amo citare spesso perché è molto bello e ricco di significati. In tanti film lo sguardo neorealista è stato lo sguardo dei bambini sul mondo: uno sguardo puro, capace di captare tutto, uno sguardo limpido attraverso il quale possiamo individuare subito e con nitidezza il bene e il male», dice Papa Francesco rispondendo a Monsignor Viganò su come il cinema neorealista possa insegnarci a guardare. Papa Francesco ha conosciuto i film neorealisti italiani in Argentina da bambino, un cinema che ha subito amato, tra i suoi preferiti e che è alla base della sua cultura cinematografica che ha poi coltivato negli anni. Grazie all’intervista scopriamo anche che uno dei film amati dal Pontefice è “La strada” di Federico Fellini. Oltre all’intervista a Papa Francesco il volume contiene un saggio in cui viene presentata un’analisi che guarda al fenomeno neorealista senza pretese filologiche, ma allargando volutamente l’interpretazione alla luce delle vicende presenti e delle specifiche riflessioni del Papa su questo genere di cinema. Ad arricchire il libro le opere inedite e originali dell’artista Walter Capriotti che reinterpretano alcuni dei capolavori del neorealismo estendendo lo sguardo anche oltre quel cinema.