San Matteo, delicato intervento chirurgico su un bambino di 10 mesi

L'operazione eseguita dall'équipe di Chirurgia Pediatrica del Policlinico di Pavia

L’equipe guidata dalla professoressa Giovanna Riccipetitoni (nella foto, ndr), direttore della Chirurgia Pediatrica, ha eseguito, per la prima volta al Policlinico San Matteo di Pavia, un complesso intervento di “trasposizione gastrica in torace” su un bambino di 10 mesi, proveniente dall’Albania, affetto da atresia esofagea: una patologia rara, con un’incidenza di 1 caso ogni 3.000 – 4.500 nati. La malformazione si caratterizza per il mancato sviluppo e continuità dell’esofago che è costituito da due monconi: superiore ed inferiore tra loro distanti. Il bimbo presentava una cervicostomia, ovvero un “abboccamento” dell’esofago superiore al collo, ed una gastrostomia, per la nutrizione. Ricoverato il 14 giugno per un’accurata serie di esami diagnostici e una preparazione preoperatoria, il 23 giugno il piccolo è stato operato. L’intervento è durato circa 8 ore, necessarie a svolgere le numerose fasi chirurgiche della procedura, che prevedono una fase addominale, una toracica, una cervicale ed infine un’ulteriore addominale. L’immediato decorso post-operatorio ha visto un ricovero in Terapia Intensiva Neonatale, dove il piccolo paziente ha necessitato di 7 giorni di ventilazione meccanica e cure intensive. “Una volta estubato – si legge in una nota del San Matteo -, il piccolo è stato sottoposto ai controlli radiologici che hanno evidenziato l’ottima riuscita dell’intervento ed è stato quindi trasferito all’Unità di Chirurgia Pediatrica, dove inizierà il suo percorso riabilitativo”. Il bambino potrà imparare ad alimentarsi per bocca normalmente: gli organi sono presenti, quindi la digestione è normalmente assicurata, ma occorrerà fare attenzione a prevenire complicanze quali la distensione dello stomaco e il reflusso gastro-esofageo. Inoltre, questi bambini che non si sono alimentati per bocca (il paziente ha 10 mesi) devono apprendere i meccanismi della deglutizione e ciò comporta tempi di rieducazione generalmente lunghi.