Cibo italiano all’estero: burocrazia sempre più soffocante

“Questo paese sta morendo di burocrazia e a risentirne sono prima di tutto le piccole e medie imprese”. L’allarme lo ha lanciato Carlo Bottarelli, consigliere del Consorzio multiregionale “Tuttitaliafood” (il presidente è Renzo Collivasone, titolare dell’omonimo forno e produttore delle note Offelle di Parona) che si occupa della promozione dell’export esclusivamente alimentare, durante una conferenza stampa svoltasi nella mattinata di giovedì 17 luglio. Creato a settembre 2005 e nato dalla trentennale esperienza del Consorzio Pavia Export, la realtà pavese ha trovato nuova sede presso il centro commerciale Minerva ma rimangono forti preoccupazioni per quanto riguarda il futuro, compreso quello delle aziende associate: “Ci occupiamo principalmente di fiere, missioni commerciali ed esportazione – ha precisato Bottarelli – e questo anno di Covid ha davvero messo in ginocchio molti. Ora, considerando la necessità di ingranare al più presto la ripartenza, ci siamo subito attivati per le partecipazioni ai prossimi appuntamenti fieristici più importanti, ma siamo incappati in una burocrazia cieca che ci ha creato ulteriori problemi”. Di fatto, su 8 aziende che avevano chiesto di partecipare alla prossima fiera IBA di Monaco di Baviera prevista per il mese di ottobre e ritenuta una delle più importanti vetrine del settore food, solo 4 aziende facenti parte del Consorzio potranno parteciparvi: “Il meccanismo di iscrizione dipendeva dallo stato italiano e prevedeva un click day a cui abbiamo partecipato riuscendo a posizionarci. Ma poi qualcosa è andato storto e gli stand si sono ridotti. Il risultato finale è che potranno permettersi di partecipare solo aziende con un fatturato di tutto rispetto a discapito di quelle più piccole. Così non si riesce ad andare avanti”.
Attualmente le aziende pavesi del consorzio parteciperanno a Cibus, nota fiera di Parma fissata per il 31 agosto, all’Anuga di Colonia e a Tuttofood a Milano. Rimane però la preoccupazione relativa al fatturato: “Tuttitaliafood” è passata, causa Covid, da 500mila euro di fatturato a zero ricevendo solo 11mila euro di ristori, Pavia Export che è ormai in liquidazione ha visto andare in fumo 700mila euro di fatturato e dallo Stato non ha ancor ricevuto un centesimo.