Emergenza coronavirus: aumentano gli arresti cardiaci

Studio di San Matteo e Università di Pavia nelle province di Pavia, Mantova, Cremona e Lodi

Sono 362 i casi di arresto cardiaco verificatisi al di fuori dell’ospedale in una vasta area della Lombardia durante le prime settimane dell’emergenza coronavirus, contro i 229 del 2019: oltre il 50 per cento in più. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “The new England Journal of Medicine”; la ricerca, che ha come prima firma quella di Enrico Baldi (cardiologo al San Matteo e ricercatore all’Università di Pavia), porta anche la firma del direttore della Cardiologia del San Matteo di Pavia, Luigi Oltrona Visconti, e del cardiologo Simone Savastano dell’ospedale pavese (nonché “principal investigator” del Registro degli arresti cardiaci extraospedalieri in Lombardia).  Lo studio parte da un’analisi dei dati relativi alla parte sud della regione: Pavia, Lodi, Cremona e Mantova. In particolare, sono stati confrontati gli arresti cardiaci extraospedalieri avvenuti in queste quattro province durante i primi 40 giorni dell’epidemia di Covid-19 (dal 21 febbraio al 31 marzo 2020) con quelli verificatisi durante lo stesso periodo dell’anno precedente. Gli aumenti di arresti cardiaci sono considerevoli: 58 per cento in più per tutto il territorio analizzato; ancora più drammatico per le zone più colpite dalla pandemia, ovvero Lodi (+187%) e Cremona (+143%). “I numeri sono davvero impressionanti – sottolinea Simone Savastano -. Abbiamo scoperto che c’è stato un aumento in tutto il territorio analizzato e questo può essere dovuto a molte cause. Tuttavia, secondo noi, il Covid-19 gioca un ruolo importante perché è emerso che circa il 70 per cento delle persone colpite da arresto cardiaco, nei giorni precedenti, aveva manifestato sintomi sospetti per Covid-19, come febbre, tosse, dispnea, oppure, aveva già una diagnosi accertata”. “Molte possono essere le cause – aggiunge Luigi Oltrona Visconti -; probabilmente è l’espressione anche del fatto che tante persone a casa hanno sottovalutato i sintomi e ritardato la chiamata ai soccorsi”. “Il sistema di emergenza territoriale, nonostante il considerevole aumento di chiamate e di casi di arresto cardiaco, ha risposto adeguatamente – spiega Alessandra Palo, coautrice del lavoro e responsabile del 118 della provincia di Pavia -. I cittadini non devono temere di attivare i soccorsi”.