La Guardia di Finanza di Pavia scopre maxi evasione fiscale da oltre 85 milioni di euro

La Guardia di Finanza di Pavia ha scoperto un gruppo criminale dedito all’evasione fiscale ed al riciclaggio di denaro sporco, che si è svolto con l’emissione nel mercato legale di oltre 85 milioni di euro di fatture false. I finanzieri della compagnia di Pavia, attraverso l’esecuzione di 18 verifiche fiscali, hanno ricostruito il cospicuo volume d’affari delle società controllate analizzando la documentazione contabile rinvenuta e tutti i rapporti finanziari riconducibili alle stesse ed ai loro rappresentanti legali, ricostruendo i numerosi rapporti commerciali intrattenuti. “Il risultato è stato sbalorditivo – si legge in un comunicato diffuso dalle Fiamme Gialle pavesi -: centinaia di operazioni commerciali effettuate dal 2010 al 2018 erano riconducibili a fatture per operazioni inesistenti. In particolare le società, che di fatto operavano nel settore delle pubblicità e dei servizi a disposizione delle imprese, fatturavano lavori di edilizia senza naturalmente avere strutture societarie idonee o competenze specifiche”. Le attività eseguite dalla Guardia di Finanza, che hanno fatto emergere più di 66 milioni di euro di base imponibile sottratta a tassazione, hanno permesso di ricostruire un giro d’affari milionario che ha consentito agli indagati di evadere più di 15 milioni di euro tra imposte dirette, Iva ed Irap. Sono state così denunciate, alla locale autorità giudiziaria, 17 persone responsabili a vario titolo dei reati di omessa dichiarazione fiscale, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed è stato proposto il recupero delle imposte evase. “Ulteriori indagini – continua la nota – hanno permesso di appurare come due soggetti abbiano occultato, attraverso operazioni finanziarie fittizie, denaro proveniente dall’evasione fiscale posta in essere da uno dei principali indagati. I due riciclatori, attraverso operazioni finanziarie di sostituzione e trasferimento del denaro sui propri conti personali e su quelli delle società a loro riconducibili hanno ostacolato l’identificazione della provenienza illecita del denaro sporco. I due sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Pavia per aver riciclato ed autoriciclato somme di denaro che hanno superato i 18 milioni di euro”.